La Porrettana, conosciuta anche come “la Transappennina”, è la linea ferroviaria che nel 1864 congiunse il nord Italia e il centro, valicando per la prima volta gli appennini: collegava Bologna a Pistoia, seguendo la valle del Reno e dell’Ombrone, ma aveva rilevanza internazionale, perché costituì una prima via di comunicazione tra Europa e sud Italia.
Il viaggio del Porrettana Express ti porterà da Pistoia fino a Porretta Terme, inerpicandosi sull’appennino tosco‐emiliano lungo numerosi viadotti e ben sei gallerie che all’epoca rappresentavano l’avanguardia in fatto di progettazione: attraverserai i boschi di castagni, scorgendo dietro ardite curve le stazioni che spuntano come incastonate a metà della montagna.
La storia della Porrettana è tanto articolata e interessante come complessa è stata la sua costruzione.
La sua realizzazione comportò infatti un accordo tra cinque stati: il granducato di Toscana, i ducati di Parma e Modena, lo Stato Pontificio e, soprattutto, l’Impero Asburgico. L’impulso alla costruzione della ferrovia fu degli imprenditori toscani, ma a decidere il percorso furono gli Austro‐Ungarici, che avevano forte influenza su quegli stati preunitari e volevano collegare il Lombardo‐Veneto con il porto di Livorno, loro territorio.
Il nodo più importante da sciogliere fu la scelta del valico ‐ al centro di scontri campanilistici tra pratesi e pistoiesi ‐ che poi ricadde su Pracchia, favorendo così il futuro sviluppo del territorio circostante. La realizzazione della ferrovia, tra liti e difficoltà organizzative, richiese molto tempo, dal 1852 al 1864: gli stati preunitari lasciarono così in eredità alla neonata nazione italiana un’opera fondamentale, a livello pratico e simbolico.
Operativamente, i letti dei due fiumi e il dislivello tra i 650 metri s.l.m. di Pracchia e i 60 metri s.l.m. di Pistoia furono le principali difficoltà da superare, che portarono gli ingegneri a sviluppare soluzioni inedite, come la scelta di creare due grandi tornanti per colmare rapidamente il dislivello, oppure la realizzazione di pozzi di ventilazione nelle numerose gallerie per evacuare i fumi delle locomotive. Davvero maestoso è il viadotto di Piteccio, che sovrasta l’omonimo paese del pistoiese: distrutto durante la seconda Guerra Mondiale, venne ricostruito nel dopoguerra.
Dal 1934, con l’inaugurazione della Direttissima Bologna‐Firenze, questa linea però perse rapidamente di importanza, diventando una ferrovia regionale: valorizzata dalla Fondazione FS nel 2017 è diventata una via di comunicazione dedicata anche al turismo slow, perfetta per godere del panorama appenninico e di un momento di benessere presso gli stabilimenti termali di Porretta Terme.